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venerdì 28 giugno 2013

Piccoli privilegi umilianti

Un'elemosina umiliante
Leggo sul sito di Ileana Argentin un articolo sul riconoscimento della lingua dei segni (leggi qui), in cui l'ENS della Calabria, a fianco al riconoscimento della lingua dei segni come distintiva di un popolo e di una cultura (che ancora non capisco da cosa sia costituita), pone come obiettivo anche le agevolazioni per il trasporto pubblico.
Avete capito bene.
Agevolazioni per il trasporto pubblico.
La mia domanda è: "perché"?
Cosa c'entra il trasporto pubblico con la sordità?
Una persona che è soltanto sorda non mi pare che abbia nessun problema a prendere un autobus, un treno, una motonave. Non mi pare che abbia problemi a salire gli scalini, a stare in piedi, a spostarsi, a deambulare.
Al massimo potrà avere problemi se non capisce gli annunci all'altoparlante. Ma non sarà il caso allora di chiedere quello? Logopedia per capire da un lato e accessibilità della comunicazione dall'altro.
Ma la mobilità che c'entra?
A questo punto parlerei proprio di privilegi di casta.
Si elemosini pure un biglietto gratuito, dal costo sociale enorme, quello di essere considerati handicappati e incapaci.
Ah già dimenticavo, non sono handicappati. Sono un Popolo con una Lingua e una Cultura proprie e...l'autobus gratis, il treno, il parcheggio, le protesi gratis (giustissimo), la logopedia, ... Insomma tutto quello che rientra nel nomenclatore tariffario.
A me sembra un colossale controsenso.
La sordità è una disabilità? Sì o no?
Sì: via libera, anzi si deve combattere per ciò che serve realmente, protesi acustiche, logopedia, impianti, sottotitoli, pile, sostegno scolastico, diritto al lavoro e quant'altro.
No: nessun diritto alla 104, che mi pare che tuteli persone in situazione di handicap.
Troppo facile avere il piede in due staffe.
Una piccola parentesi: chiedere piccole elemosine come il trasporto gratuito comporta poi minori risorse per ciò che serve realmente. Comporta poi atteggiamenti come quello della Chiesa che continua a chiedere la questua per i poveri sordomutini.
Io ci penserei due volte.

mercoledì 26 giugno 2013

Non poter parlare è una maledizione non un dono

La solitudine estrema di chi non parla
Fa ancora notizia la marcia dei sordi, (vedi post La marcia dell'ipocrisia), ripresa in un articolo de La stampa del 22 Giugno, dove si legge testualmente:
"il senso della marcia è dunque un appello al rispetto affinché i sordi vengano riconosciuti nella legittimità di vivere con la loro lingua e la loro cultura".
Benissimo.
Allora la smettano di chiedere in continuazione l'aumento dell'indennità di comunicazione, l'esenzione dal ticket sanitario per patologia (è una patologia, sì o no? si decida).
La facciano finita con i progetti 113 sms, ovvero il progetto per riuscire a chiamare il 113, 118 ecc.
Sì signori perché non vi conviene davvero sentirvi male se siete soli con una persona sorda, perché non può davvero chiamare il 118.
Peccato però che per mandare un SMS bisogna sapere l'italiano.
Ma loro non lo vogliono mica l'italiano, vogliono la loro lingua e la loro cultura.
Che se le tengano pure ma non vengano poi a piagnucolare perché sono disabili.
Abbiano rispetto per tutti quelli che invece pensano di avere una patologia anzi una sfiga enorme e si fanno un mazzo così per riuscire a superare l'handicap dato da non saper parlare.
Ve lo dico io che purtroppo di gente così ne ho conosciuta, persone che con le lacrime agli occhi chiedono di poter imparare a parlare. Ma ormai per loro è troppo tardi, sono adulte, imparare a parlare è una cosa che solo i bambini riescono a fare.
Vogliono la loro lingua e la loro cultura? Se la tengano ma non pensino neanche lontanamente di imporla per legge o di far riconoscere questa gigantesca sciocchezza.

venerdì 14 giugno 2013

Un po' di sana disinformazione

I fatti sono citati così raramente -
ma le stesse bugie vengono citate in continuazione -
la  disinformazione vuole essere libera
Gitti scrive nel suo libro "Come sempre, come al solito quando si parla di sordità esplode la polemica". Nulla di più vero.
Prendiamo ad esempio il post "Sordità: chiariamo qualche punto", leggibile qui.
Poche idee e parecchio confuse...
Come comincia lo sconosciuto autore, la sordità è una malattia, è un handicap, è una disabilità, è un limite, chiamatelo come vi pare, è una rottura di...

  1. E' verissimo come si afferma che è assolutamente falso che i sordi non possono comunicare efficacemente, ma non per il  motivo poi esposto (cioè che usano la lingua dei segni), casomai per il motivo diametralmente opposto, cioè che parlano come tutti.
  2. E' verissimo che il linguaggio dei segni cambia da nazione a nazione,. Dirò di più (non lo dico io, lo riporto) cambia da regione a regione, anzi cambia da città a città, anzi cambia da quartiere a quartiere. Anzi no, prima quando gli istituti per sordomuti erano divisi in sezione maschile e sezione femminile addirittura il linguaggio mimico gestuale era diverso da sezione a sezione... E allora che ci stanno a fare gli interpreti sulle TV nazionali?
  3. E' verissimo che il modo più efficace per comunicare con una persona sorda è la scrittura. ma anche qui per un motivo completamente diverso. Perché le persone sorde parlano... E' verissimo anche che per una persona sorda che usa solo la lingua dei segni la grammatica italiana è incomprensibile. Mentre per una persona sorda che parla non è così. Fate voi... se vi nascesse un figlio sordo come lo vorreste?
  4. E' verissimo che è falso che tutti i sordi sanno leggere le labbra. La lettura labiale è una capacità innata e trasversale a tutte le persone, con sordità o senza. Non ha niente a che vedere con la sordità: è un indizio visivo naturale che tutti usano, più o meno consapevolmente, più o meno intensamente, più o meno estesamente.
  5. E' verissimo che è falso che la sordità è indice di deficit cerebrali. A parte che purtroppo debbo contraddire l'autore in quanto i bambini sordi preverbali con turbe associate sono in aumento , ma devo aggiungere un'altra cosa. Il bambino sordo profondo preverbale, cioè quello con una sordità vera se esposto soltanto alla lingua dei segni svilupperà limiti cognitivi non da poco. 
Detto questo... ne vogliamo riparlare?


mercoledì 12 giugno 2013

Il fallimento della dignità umana

Leggo la notizia del riconoscimento legale dell'IDA, International Disability Alliance, Alleanza Internazionale della Disabilità (su Superando).
Lo trovo definitivamente deprimente, il segnale più alto del
Il fallimento dell'integrazione
fallimento dell'integrazione, la negazione della dignità umana, l'esaltazione dell'individualismo assoluto.
Uno dei grandi risultati di questo movimento è stata la convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Ma scusate ragazzi... non è offensivo che una persona perché disabile deve far riferimento ad una convenzione specifica?
Non è mortificante non rientrare semplicemente nella dichiarazione internazionale dei diritti dell'uomo?
Tutti questi movimenti per i disabili, per le donne, per i bambini, per i poveri, per gli immigrati, per i sordi, per ... non finiranno mai se obbediscono alla logica perversa dell'esaltazione della diversità come limite invalicabile. Dov'è l'integrazione in tutto questo? Dov'è l'uomo, l'umanità in tutto questo?
A livello locale per esempio su quest'onda stanno nascendo movimenti come il riconoscimento della LIS, basata suuna presunta diversità.
Oppure a livello scolastico non bastano già più i DSA (i disturbi specifici dell'apprendimento, insomma i dislessici per capirsi), ora arrivano anche i BES (bisogni educativi speciali). Se provate a fare le somme delle percentuali fra alunni DSA, alunni BES, alunni certificati, alunni con disabilità sensoriale, autistici, ecc ecc sono sicura che sarà superiore al 100%...
Non sarà il caso di fare un po' di pulizia di tutte queste sciocche e inutili rivendicazioni che sono soltanto dannose e ispirarci al banale ma difficile e coraggioso concetto di Einstein, per il quale esiste una sola razza, quella umana?
Cominciamo a pensare anche ai doveri oltre che ai diritti. E' sufficiente ispirarsi alla costituzione, che è valida per tutti e non solo per alcuni e nemmeno a giorni alterni.

Alla cittadinanza sono certo connessi dei diritti e, dunque, in qualche modo, delle prestazioni che io sono tenuto a pretendere dallo Stato; ma lo sono altrettanto dei doveri e dunque degli obblighi che lo Stato é tenuto a pretendere da me. I diritti senza i doveri sono odiosi privilegi.
I doveri senza i diritti sono un’inaccettabile forma di schiavitù.

lunedì 10 giugno 2013

Sensibilità o ipocrisia?

Buongiorno sig. Monti,
ho letto per caso la lettera inviatale dalla lettrice Tiziana Alberghini (leggibile qui) a proposito del suo articolo (che non ho letto) che si intitolava "Quel dialogo tra sordi che si fanno solo male".
Posso assicurare a Lei e alla lettrice che queste parole non fanno assolutamente male.
Glielo posso assicurare per la mia esperienza personale, professionale, lavorativa e di volontariato.
Glielo posso assicurare per le mie competenze professionali nel mondo della sordità.
Chi fa male alle persone sorde o svantaggiate o a chicchessia è chi avanza atti buonistici rivestiti di falso rispetto e di belle parole che nascondono solo ipocrisia.
Le posso dire signor Monti che il rispetto della diversità ci ha ampiamente stufato.
Parli pure di dialoghi fra sordi, dobbiamo avere il coraggio di dire pane al pane e vino al vino, chi vuol capire capirà e chi non capisce pazienza.
Anche dire "sordo" oggi scatena scandalo e costernazione: ma perché scusi, è un delitto chiamare le cose col loro nome? Francamente "non udente", "ipoacusico", "diversamente abile", "disabile uditivo" mi paiono tutte foglie di fico linguistiche quasi più offensive.
E' vero gli stereotipi sono gabbie a volte pericolose che non dovrebbero essere alimentate ma posso assicurare che lo stereotipo più devastante è quello della persona sorda che comunica "in altro modo".
Rispetto?
La cattiveria non nasce dal dire la verità, ma dal piegare la verità a forme lobbystiche di interesse economico e con questo mi riferisco a tutti coloro che "per grande sensibilità" esaltano una presunta diversità culturale e linguistica delle persone sorde.
In modo ancora più specifico mi riferisco a coloro che pretendono che venga riconosciuto il linguaggio mimico gestuale come lingua delle persone sorde (che, per inciso, in realtà parlano come tutti).
Il razzismo di oggi si nasconde dietro l'esaltazione della diversità e la negazione all'individuo del raggiungimento dell'aurea mediocritas, glielo assicuro davvero agognata da chi non sente.
Se la sua è insensibilità, allora preferisco l'insensibilità.
Della sensibilità non so proprio che farmene.
Scriva, scriva.
Saluti

sabato 8 giugno 2013

Gallaudet University: una realtà o una farsa?

Esiste in USA una Università per sordi, la famosa Gallaudet University, interamente dedicata a "deaf e hard of hearing", ovvero "sordi e sordastri". Ovvero, dal punto di vista della difficoltà degli studenti, sarebbe come dire riservata a "ciechi e persone con gli occhiali". Lascio a voi le conseguenti considerazioni.
Gallaudet University
Le persone sordastre sono come quelli che portano gli occhiali, mica sono ciechi, vedono benissimo, guidano la macchina, leggono, ecc... E ci meravigliamo dei loro portentosi risultati...
Ebbene la grande Gallaudet, un bel giochino che costa al governo USA ben 100 milioni di dollari l'anno (Washington Post) sembra essere in difficoltà per due motivi.
Uno è che...ci sono pochi sordi che non parlano. Allarme! La sedicente "cultura sorda" nonostante tutti gli sforzi rischia di sparire.
La Gallaudet rischia di perdere la cultura sorda perché i sordi...parlano (Seattle Times) e vanno nelle scuole normali, insomma...perde clienti!
E' una minaccia grave per un gioiellino economico che è stato classificato con un bel A+ dalla solida Standard&Poors : introiti stabili e garantiti sin dal 1864. Non c'è male direi.
L'altro problema è che la Gallaudet produce laureati che non sanno nemmeno leggere e scrivere. Questo immagino riguardi gli studenti sordi, non sordastri. Ovvio: la lingua dei segni non è nemmeno lontanamente paragonabile alla capacità della lingua parlata.
Per questo motivo la Galludet era stata declassata e dichiarata "inefficace".
ASL: shattering the myht
La Gallaudet era stata declassata (come si può leggere qui) , ma ovviamente questo poteva sciupare il giochino. Dopo una rivoluzione interna il governo USA è stato costretto a rivedere questa classificazione (ve la immaginate la pessima pubblicità di insensibili razzisti e nemici degli handicappati? politicamente assolutamente non corretto!), nonostante, e qui traduco dal Washington Post, la Gallaudet "non avesse migliorato la performance su aspetti alla base delle abilità degli studenti, compresi i voti di laurea cronicamente bassi. Il ministero dell'istruzione americano non ha ancora valutato i programmi finanziati con fondi federali alla Gallaudet per assicurare che siano veramente diretti ai bisogni della popolazione target" (Washington Post).
In un libro molto interessante dal titolo "American Sign Language: Shattering the Myth" a cura di Tom Bertling sono raccolte le testimonianze di docenti della Gallaudet University che attestano come questa Università produca dei laureati incapaci di leggere e scrivere o con un'alfabetizzazione appena elementare.
Tutto questo accade negli USA dove la ASL, la corrispondente americana della LIS è stata riconosciuta.
Vi pare un gran progresso?

giovedì 6 giugno 2013

L'intelligenza di accettare un limite

Oggi non dobbiamo e non possiamo più avere limiti. L'uomo oggi non può più morire. Non può più ammalarsi. Dobbiamo essere belli, felici e perfetti. Felicità a piccole dosi comprata ovunque. Vecchiaia? Ma scherzi! Botulino, botox, tiraggi, plastiche vanno alla grande. Le donne sono Ragazzone. Gli uomini eterni Adolescenti. Dobbiamo essere degli dei in terra, capaci di qualsiasi cosa ci venga in testa. Non lo puoi fare? Povero sfigato che non sei altro!
Senza limite
Eppure è normale avere dei limiti.
Credo che nessuno vada in crisi se non può giocare a basket perché troppo basso o cavalcare Varenne perché troppo alto.
Credo che nessuno si disperi se non riesce a scrivere i Promessi Sposi 2 né se non riesce ad imparare a memoria tutta la Divina Commedia. Abbiamo tutti i nostri limiti. e nessuno ci dice nulla su questo, a patto ovviamente che siamo sani belli fichi e felici. Ma questa è un'altra storia.
Ecco, vorrei sapere come mai invece per i disabili le carte in tavola improvvisamente cambiano.
I ciechi sono integrati solo se riescono a guidare la macchina, i sordi solo se fanno una radio, i dislessici devono essere geniali, ecc...
Diceva Goffman che proprio perché le persone si sentono stigmatizzate e vivono la propria diversità come predominante rispetto alla propria persona cercano allora di "vincere" lo stigma negandolo, in genere cercando di impadronirsi di attività solitamente precluse.
Credo che l'integrazione vera, l'autostima, l'armonia con se stessi vengano raggiunte soltanto quando una persona riesce ad  emergere come persona e a mettere in secondo piano il proprio stigma. Allora potrà dedicarsi a ciò che realmente piace, ciò che realmente dà soddisfazione.
Facciamola finita con i romanticismi inutili che mascherano tanta ipocrisia.

PS se non si era capito mi riferivo a Radio Kaos, che se proprio vuole essere uno strumento di integrazione fra sordi e udenti fatela in italiano non in LIS, che la LIS invece di integrare disintegra.

Due è meglio di uno?

Una delle motivazioni addotte per il riconoscimento della lingua dei segni è che, come se fossimo al mercato, due è meglio di uno.
Due lingue sono meglio di una.
2 lingue sono meglio di una?
Sì certo.
Come no.
Non si portino come esempio vincente, come spesso viene fatto, bambini che non sono nati sordi, oppure bambini che non hanno una sordità profonda, oppure addirittura bambini udenti figli di sordi... (sic!)
Ragazzi non prendiamoci in giro!
I bambini su menzionati non hanno nessun problema di lingua.
Prendiamo invece i bambini sordi veri, che sono gli unici che veramente ci vanno di mezzo con questa lobby della LIS.
Facciamo un confronto, prendiamo Prato.
Come si sa, c'è un'enorme comunità cinese. Benissimo, qui abbiamo bambini sordi veri esposti a due lingue vere, italiano e cinese. Andate a vedere se parlano.
Sono bambini i cui genitori parlano una lingua e il resto della comunità (sanità, scuola, sociale, cioè logopedista, maestra, professoressa, dottore, ecc...) ne parla un'altra. Ecco, in questa situazione bilingue naturale i bambini sordi hanno delle grandi difficoltà ad imparare a parlare.
Figuriamoci in una situazione artificiale (ditemi chi cavolo conosce questo linguaggio mimico gestuale? La maggior parte dei genitori dei bambini sordi è udente) con una delle due lingue che non è manco una lingua ma un linguaggio mimico.
Penso che un po' di onestà intellettuale sarebbe doverosa.

mercoledì 5 giugno 2013

A abbassarsi troppo...

Questo post forse esula un po' dal contesto del blog.
Forse sì, oddio forse no.
La presa in giro della par condicio
Ad ogni modo.
Per conto della FIADDA TOSCANA una volta al mese presto servizio presso uno sportello URP dedicato all'ipoacusia.
Lo sportello è gestito, per par condicio, termine che comincia a starmi veramente sulle scatole in quanto presa in giro davvero colossale, foglia di fico linguistica, lavata di denti clamorosa, vabbeh dicevo, lo sportello è gestito per par condicio sia dalla FIADDA che dall'ENS e siamo sempre due operatori.
Chiaramente l'operatore dell'ENS è un qualificato interprete LIS.
Faccio notare che, presenti come testimoni gli altri operatori dell'URP, mi sono sempre arrangiata benissimo anche in assenza dell'interprete LIS, pur non conoscendo la LIS.
Il massimo è stato stamattina quando è venuta una persona della Bielorussia, sì perché allo sportello URP vengono soprattutto gli stranieri, e alla fine ho dovuto io spiegare all'interprete LIS cosa intendeva fare questa persona.
Con 5 parole si dicono molti più concetti che con 50 segni.
E soprattutto avrei voluto tanto avere una telecamera per riprendere l'interprete che parlava (sì parlava) a frasi intere senza voce naturalmente e metteva un segno ogni tanto. Ma ci prendiamo in giro?
Ma io vorrei dire a tutti quelli che difendono la LIS a spada tratta: vergognati. Soprattutto se sono udenti. Vergognatevi, predicare qualcosa che chiude la mente, che ghettizza un altro essere umano e lo condanna al silenzio e all'ignoranza, vergognatevi.
Va bene. Ma la cosa davvero sorprendente è stato il succo del dialogo.
In sostanza questa persona voleva la residenza nel nostro Comune per poter avere sia l'alloggio comunale, sia l'indennità di accompagnamento, sia il sussidio di non so che, sia il permesso per il proprio figlio appena nato per poter espatriare e tornare dall'altro figlio in Bielorussia (ben accudito, scolarizzato, coccolato, ecc).
Per poter avere queste cose si è mobilitata la ragazza dell'URP (bravissima, competentissima e gentilissima), sia altri operatori sociali, insomma si saranno mobilitate almeno 5 persone, più noi volontari. Addirittura siccome forse tecnicamente questa persona non aveva diritto all'alloggio comunale, si sono cercati degli escamotage per farglielo avere. Non sto scherzando.
Alla fine dei salmi è saltato fuori che questa persona aveva in mente di tornare in Bielorussia perché in Italia non c'è lavoro (detto con una bella espressione in faccia "Italia schifo", mio Dio, Italia Schifo me la ricorderò sempre), però vuole anche la residenza in Italia per prendere i sussidi, gli accompagnamenti ecc ecc. Italia schifo eh?
Poi magari viene allo sportello un italiano ridotto alla fame che non si può permettere l'apparecchio acustico e non glielo possiamo dare, che vorrebbe l'indennità di non so che e non gliela possiamo dare, perché magari ha una casa di proprietà mezza diroccata che ovviamente fa reddito, eh. Non sa come mantenerla, non sa come campare la famiglia, ma gli fa reddito. A me mi dovete spiegare che reddito fanno le 4 mura in cui si abita.
Ma insomma, fate voi.
Ma mi sa tanto che a Prato hanno davvero ragione quelli che dicono che a abbassarsi troppo si scopre il culo.
Eh!

domenica 2 giugno 2013

La sordità: l'unico handicap interamente superabile con la tecnologia

E' proprio il caso di dirlo: AUREA TECHNE.
Tecnica
La sordità è l'unico handicap interamente superabile grazie alla tecnologia.
La tecnologia che ancora non fa vedere i ciechi, non fa comprendere i disabili cognitivi, fa parlare i sordi!
Curiosamente però si sta facendo di tutto perché non sia così.
Con la tecnologia i bambini che nascono sordi imparano l'italiano.
Con la tecnologia le persone sorde che sanno l'italiano oggi scavalcano il problema della comunicazione a distanza: Internet, Facebook, Twitter, Email, Chat, SMS, e chi più ne ha più ne metta sono tutte tecnologie che si basano sull'italiano, sono usate da tutti, sono accessibili ovunque, sono gratuite.
Francamente una persona sorda che oggi parla come tutti e può comunicare con tutti non vedo cosa abbia a che fare con il mondo della disabilità.
Invece di gioire di questo grande passo avanti, di questa enorme conquista che toglie alla disabilità e restituisce alla "aurea mediocritas", alla normalità una categoria di persone, cosa si fa?
Si rivendica una presunta diversità.
Si rivendica un antiquato sistema di comunicazione.
Si tende a puntualizzare che un sordo che parla sì, parla, ma rimane sordo. Sì e allora?
Questo improvviso e disperato interesse verso la LIS mi sa tanto di opportunismo.
Probabilmente chiedere la minoranza linguistica e allo stesso tempo l'indennità di comunicazione e l'invalidità civile non è poi una contraddizione: chi può usare solo la LIS è davvero disabile.
Mi chiedo come si possa non scandalizzarsi davanti a queste assurdità.
Ma forse l'indignazione è morta e regna sovrana la rassegnazione.
 

Io

Ci vuole il senso dell'ingiustizia

Albert Einstein

Io conosco una sola razza: quella umana

Don Milani

Non c'è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra persone diverse