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martedì 2 luglio 2013

Una crisi sociale

Pubblico una riflessione privata di Paolo de Luca, Presidente dell'APIC, Associazione Portatori Impianto Cocleare.

Diritti o bugie?
Care/i ,
non mi sorprende ormai l'intreccio tra diritti umani, libertà di scelta e riconoscimento LIS ha talmente ammorbato e reso "muto" quel poco di barlume di insofferenza alla emotività irrazionale che stagnava nella mente di tanti .

La nuova frontiera dei diritti  ha come portabandiera il mondo della musica e fin quando troverà disponibilità in politici che si spendono per venire incontro al "povero sordo" isolato ed emarginato sarà una lotta di Sisifo, certo sappiamo che  i segnanti e gli interpreti si accorgeranno ben presto che nessuno di questi politici, sindaci, parlamentari riusciranno a garantire i servizi con LIS (lo vediamo adesso cosa succede nelle scuole per il sostegno educativo) ma sarà un'altra storia intanto tutti accorrono ipnotizzati dal piffero della Convenzione ONU su diritti delle persone con disabilità.

Intanto nonostante questi assalti mediatici non si potrà nascondere che la sordità come concetto stereotipato si è dissolta e mi pare che è proprio l'impianto cocleare assieme allo screening neonatale e alle protesi di ultima generazione che ha scardinato la situazione e ha interrotto il "duello " tra oralismo e LIS.

La cosa contraddittoria è che al continuo assottigliarsi di famiglie che scelgono il LIS per i propri figli, si contrapponga un interesse crescente da parte di giovani adulti che hanno avuto un'educazione oralista (forse imperfetta) verso lo studio e la conoscenza del LIS, a volte per un senso identitario /comunanza in una "comunità di sordi". La mia impressione, non supportata da conoscenza di studi, è che tale fenomeno sia non solo determinato dall'appartenenza a un mondo in cui ti senti accettato e con il quale comunichi ma soprattutto perché in tanti scoprono che è  meno difficile della quotidiana fatica che richiede l'integrazione, l'inclusione nel modo di tutti .

Infatti ci vuole una famiglia forte e una determinazione che comporta energia e impegno notevole e una preparazione ad affrontare non poche delusioni in questa fase storica di crisi generale di cui  i primi a farne le spese sono proprio le persone più deboli e tra queste i bambini stranieri

Forse dovremmo cambiare strategia ma non so cosa proporre , in un momento in cui si dovrebbero trovare punti comuni per tutte le persone con disabilità uditiva, il divario e la distanza tra chi pensa alla sordità come a uno status culturale , chi come a un deficit , chi addirittura come un dono di Dio ,si allarga sempre più con tutte le implicazione socioeconomiche, socioeducative e culturali.

Scusate lo sfogo

Un abbraccio

Paolo De Luca
Presidente APIC

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